Appena si sono abbassate le luci; Giusy Quarenghi, una poetessa e scrittrice; ha iniziato a spiegarchi che, secondo Gaston, un filosofo francese, le parole sono come case. "La porta", ha iniziato: "E' il significato", poi: " Come in tutte le case", ha continuato: "Ci sono le scale; che se si scendono si va a trovare il significato più profondo e buio, se salite il significato è chiaro e pulito". Poi, ha concluso:" Le uniche persone che sono capaci di percorrere queste scale, sono i bambini e i poeti". Alla fine dello spettacolo, abbiamo incontrato da vicino Giusy e con lei abbiamo fatto una foto insieme. Dopo ha lasciato il palcoscenico a Ferruccio, l'attore, e Massimo, l'illustratore. Ferruccio ha raccontato la sua infanzia attraverso le poesie, la musica e la drammatizzazione; ovviamente accompagnato da Massimo, il "disegnatore moderno", che rappresentava la scenografia con la sabbia e ha realizzato delle "opere d'arte" in tempo reale.
Nonostante la giornata piovosa... ne è valsa la pena conoscere una persona così aperta, fantasiosa e poetica come Giusy. Scoprire, anche, e vedere come viene messa in atto la "pratica della sabbia" per disegnare è stato a dir poco interessantissimo.